26.02.19Tecnologia
La parola dipendenza, al giorno d’oggi, è quasi sempre associata a alcol, sostanze stupefacenti e gioco d’azzardo. Accanto a queste dipendenze che potremmo definire "tradizionali", sta assumendo sempre più rilievo la dipendenza da internet, chiamata più correttamente “internet addiction disorder”.
Questo termine è stato introdotto per la prima volta nel 1995 dallo psichiatra newyorkese Ivan Goldberg e collegato ad altri disturbi di carattere compulsivo come: problemi di interazione sociale, umore instabile, difficoltà nelle relazioni e privazione del sonno, fino alla depressione. Numerosi studi hanno confermato che le prime vittime sono soprattutto i giovanissimi tra i 13 e i 20 anni; sono loro, infatti, a trascorrere gran parte del tempo a navigare in rete. Ma non tutte le internet addictions sono uguali, per questo motivo sono state isolate cinque sottocategorie.
La prima, quella più diffusa, è senza dubbio la “social network addiction”, che si presenta come una sorta di dipendenza dalla propria pagina web o profilo e dalla ricerca di nuove amicizie virtuali.
La cybersexual addiction, invece, consiste in una dipendenza dal sesso virtuale. Le persone con questo disturbo visitano compulsivamente siti pornografici.
Le net-compulsion, invece, riguarda il gioco d’azzardo e la partecipazione ad aste e trading on-line.
Infine lo shopping compulsivo e la dipendenza dai videogiochi, conosciuta anche come “video game overuse”, che definisce un uso smodato di giochi per computer e consolle.
Tutti gli individui affetti da queste dipendenze digitali sono accomunati dalla tendenza ad isolarsi da forme di contatto sociale, scarsa attenzione allo studio o al lavoro, fino a disturbi fisici e psicologici: cefalea, problemi visivi, alterazioni dell’umore, disforia, ansia e disturbi del sonno. Parallelamente a questi distirbi, si aggiunge la riduzione di interesse per altre attività che non siano internet. La dipendenza patologica dal web sta diventando una vera piaga sociale, tanto che risale a pochi mesi fa la notizia di una famiglia pugliese, isolata da due anni in casa, a causa di una dipendenza da internet patologica. Padre, madre e due figli sono stati trovati in un grave stato psicofisico, a tal punto da essere trasportati d’urgenza verso centri di recupero e tutt’ora seguiti da un’equipe di medici, psicologi e assistenti sociali.
Noi di IES Italia viviamo e creiamo prodotti digitali. Da sempre siamo aggiornati non solo sulle novità, ma anche sugli effetti collaterali dell’utilizzo della rete.
Per questo motivo insieme all'azienda ntop, nell'ideazione e nello sviluppo di IVO abbiamo sempre tenuto in considerazione il problema della dipendenza da internet, ma andiamo a scoprire di cosa si tratta...
IVO è un dispositivo digitale che ha come obiettivo quello di proteggere e guidare le persone ad un corretto utilizzo della rete internet, soprattutto in ambito domestico, luogo in cui è più facile isolarsi e cadere nei pericoli della rete. Con IVO tutti i componenti della famiglia possono navigare al sicuro grazie a funzionalità che prevedono limiti di tempo, blocco di siti indesiderati e protezione generale di tutta la rete domestica contro i cyber-attacchi. Il risultato è un’esperienza di navigazione sicura e piacevole, perché noi di IES crediamo che il web sia una risorsa e, in quanto tale, non vada demonizzata, al contrario, debba essere promosso un utilizzo più consapevole e di qualità.
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By IES Team